Festival del Mediterraneo: i nuovi eventi
Due giorni per ascoltare, ricordare, immaginare. Fino all’ 11 luglio, la Fondazione Treccani Cultura accende una luce tra i suggestivi spazi dell’ex convento degli Agostiniani: è il Festival del Mediterraneo, un viaggio poetico e musicale nel cuore di un mare che è, da sempre, soglia e ventre, confine e abbraccio, separazione e ponte.
Non un semplice festival,ma un incontro autentico di voci, lingue e storie. Un dialogo vivo tra memorie che resistono e visioni che attraversano il presente.
La rassegna rappresenta una delle tappe più significative di Armonie del Mediterraneo, il programma estivo promossa dal Comune di Lecce con il supporto scientifico e organizzativo
dell’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo e con il contributo di Tap – Trans Adriatic
Pipeline, Lead Supporter dell’ iniziativa.
Fino al 20 luglio, inoltre, Lecce diventail Mediterraneo, trasformandosi in un crocevia di arti,
saperi e umanità, riaffermando la sua vocazione mediterranea come luogo di incontro, ascolto e coesistenza.
L’iniziativa si inserisce nel programma ufficiale degli eventi estivi promossi dal Comune di Lecce per l’estate 2025, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico del territorio attraverso proposte di alto profilo accessibili al pubblico più ampio, nel segno della condivisione del sapere e del dialogo tra le culture.
In questo contesto, la Fondazione Treccani Cultura propone degli incontri densi, pensati come un unico respiro. Una riflessione collettiva e intima su quello che siamo, su ciò che possiamo ancora custodire, salvare, immaginare.
Venerdì 11 luglio, si apre, alle 19 con altre onde, altre rotte, altri suoni. Scrivere da lontano. La lingua dell’esilio è il titolo dell’ incontro che vede protagonista Nouri al Jarrah, poeta siriano dell’ esilio, la cui parola poetica diventa strumento di memoria e testimonianza, capace di restituire
voce a chi l’ha perduta, attraversando dolore, esilio e speranza. Con lui, Monica Ruocco lo accompagna in un dialogo che non spiega, ma apre varchi: sulla guerra, sulla fuga, sulla possibilità di resistere. La traduzione è affidata a Fatima Sai, che restituisce il suono e il senso di
una lingua che si fa ponte. Insieme, costruiscono un momento di incontro profondo, in cui la poesia si fa testimonianza.
A seguire, Teresa De Sio porta sul palco reading accompagnato da musica, con l’esecuzione di
tre brani, essenziale e potente. Con lei, la chitarra di Sasà Flauto. Una narrazione fatta di suoni e parole che racconta il Mediterraneo con un linguaggio che unisce tradizione e attualità: storie di
donne, migrazioni, amori e rivolte. La sua è una voce che unisce il canto e il racconto, e che restituisce la musica popolare alla sua funzione originaria: condividere memoria, creare legami,
chiamare all’ascolto.