di LUISA RUGGIO
Era una diva, era amata da tutti, eppure mori sola e l'ultimo atto della sua vita la consacra definitivamente al dramma, un genere che non fu soltanto la stella polare della sua carriera bensì il pendolo di tutti i suoi giorni. Come avviene spesso per le biografie dei miti, la sua vicenda umana e professionale è costellata di successo e dolore, in egual misura, fino all'ultimo respiro. A lei, nell'ambito della rassegna «Itinerario Rosa Percorsi al femminile», il Comune di Lecce, con il supporto dell'Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, dedica uno speciale incontro-omaggio tra arte, memoria e diritti, in programma il 10 aprile nell'Ex Conservatorio Sant'Anna (Via Libertini, ore 18, ingresso libero). A cento anni dalla sua scomparsa, Eleonora Duse resta un'icona e una musa del palcoscenico. Il capoluogo salentino ricorda la «Divina», simbolo di libertà e in novazione teatrale, con un evento che intreccia arte, letteratura e memoria. La Duse non si limitò a interpretare capolavori, trasformò sua vita in un'opera d'arte. la
"Come l’onda sulla duna. La Divina che divenne fuoco" è il titolo dell'incontro ispirato all'omonimo volume collettaneo edito da Solfanelli Editore e curato da Franca De Santis con la direzione scientifica del prof. Pierfranco Bruni, scrittore, intellettuale, poeta e italianista, dirigente del Mibac, candidato al Nobel per la letteratura e insignito per tre volte del Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Accanto a Bruni ci saranno esperti, studiosi e critici letterari, tra gli altri anche Annarita Miglietta, docente di Linguistica Italiana presso l'Università del Salento e Marilena Cavallo, docente e saggista, entrambe coautrici del lavoro editoriale. L'incontro sarà moderato dalla senatrice Adriana Poll Bortone, sindaco di Lecce e presidente dell'Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo. L'approfondimento celebra Eleonora Duse non solo come faro del teatro mondiale, ma anche come simbolo di indipendenza e autodeterminazione proprio «come l'onda sulla duna, la metafora che fa riferimento a «Undulna», termine coniato da Gabriele D'Annunzio per Eleonora Duse dalla fusione di «onda» e «duna», nonché titolo del progetto Ideato dal Centro Studi e Ricerche Francesco Grisi, diretto dal Bruni per celebrare il centenario della scomparsa della Divina. D'Annunzio considerava Eleonora l'incarnazione del suo immaginario desiderante, in lei trovava la voce giusta per far vibrare dal vivo le sue opere, un legame ispirato dalla passione li univa fecondando versi e prose che hanno fatto scuola. Tuttavia, la forza della Duse è emblematica, riuscì a emanciparsi dal la relazione dannunziana costruendosi una carriera autonoma e ponendo il talento e la ricerca espressiva al di sopra di ogni compromesso. Celebrarne il coraggio e l'intraprendenza oggi, quindi, significa accentuare l'attualità del suo messaggio di emancipazione e affermazione personale, offrendo alle giovani generazioni uno straordinario modello consapevolezza
Eleonora Duse ha tracciato un sentiero di libertà femminile con audacia e senza compromessi. «Quando si parla di Eleonora Duse spiega il prof. Bruni-si racconta il tempo non solo del teatro ma delle vite nelle civiltà delle culture. Ha attraversato le coscienze in una rappresentazione di Anime in uno scenario di sguardi di occhi di gesti di silenzi di mani di scavi onirici di incubi di altro di niente di tutto... Un contesto vibrante che ha voci nelle notti e nelle aurore».
Superando tutti gli ostacoli ed i confini, questa grande artista attraversò il suo tempo per conquistare ancora oggi il nostro. Senza mai uscire di scena, restando un fuoco acceso, scintilla immortale e fonte di inesauribile ispirazione a beneficio di tutti.