Finanziato da Regione Puglia – Assessorato al Welfare, con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”, sul bando Puglia Capitale sociale 3.0., CREATURE DI SABBIA, è un progetto promosso dall’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, in collaborazione con l’Associazione Positivo Diretto, il Polo Biblio-museale di Lecce, ilComune di Lecce, l’Associazione N.O.I Salento. È  entrato nel cuore delle sue attività lo scorso maggio con una inedita e intensa residenza d’artistasull’ uguaglianza di genere e i diritti violati delle donne dodici anni dopo la primavera araba e finalizzata a portare a compimento un processo di sensibilizzazione e formazione sia artistica sia sociale sui diritti umani attraverso l’arte, rappresentata da quattro artiste di origine araba e mediorientale che risiedono in Italia per motivi di studio o di lavoro e altre coetanee di simile provenienza, cultura e religione, residenti a Leccee attive nel campo della mediazione interculturale;

Il gruppo è stato protagonista di intense attività di approfondimento e creazione e momenti aperti a tutta la comunità, affrontando ambiti con cui la narrativa, la pittura, il design, la fotografia, il cinema, le arti visive interpretano i temi della sopraffazione e della violenza sulle donne. Non sono mancati stimoli interculturali di natura sociologica, antropologica, sociale. A coronare quella esperienza, le quattro giovani artiste, due iraniane, una tunisina, una marocchina – sono ora protagoniste di una Mostra unica nel suo genere che porta al pubblico personali esperienze e universi artistici inediti.

Secondo i curatori della mostra, Andrea Laudisa ed Alice Caracciolo, La creatura di sabbia del romanzo di Ben Jelloun, da cui questo progetto prende ispirazione,è una creatura mutevole, plasmabile,capace di ridefinire sés tessa e resistere alle pressioni esterne con coriacea forza. È stato facile quindi osservare una forte convergenza simbolica tra il personaggio del romanzo e le quattro artiste in mostra: la tunisina Rafika Ferchichi, la marocchina Salma Hilmi, e le iraniane Khathereh Safajoo e MehrnooshRoshanaei. Il percorso di circa sei mesi, affiancato da esperti di rilievo internazionale e dai curatori del progetto, ha portato allaformalizzazione o al perfezionamento di quattro opere sulle quali le artiste stavano giàlavorando. Attraverso una pluralità di linguaggi espressivi, le artiste si sono confrontatecon la riscoperta delle proprie radici e hanno affrontato il limite percettivo delle diversità culturali parlando un linguaggio universale.

La mostra, visitabile gratuitamente dal 19 gennaio al 9 febbraio accompagna i visitatori attraverso un’esperienza fortemente immersiva e di impatto emotivo, con installazioni video e sonore, ed una pluralità di richiami attraverso il gioco in campo di più media e storie personali che riescono a toccare ognuno. "Dio creò gli esseri umani a partire da una sola persona o anima" recita un verso del Corano che si trova in una posizione centrale di una delle installazioni;un potente appello all'unità contro la violenza di genere, che sottolinea che ogni individuo, indipendentemente dal genere, è una parte essenziale della stessa anima universale.

Orari di Apertura e chiusura: Lunedì- Domenica h.9,30/12,30 – h.16,30 /20,00