Progetto


“Ciclo Mostre internazionali di arte contemporanea"
Promosso da Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, In collaborazione con Accademia di Belle Arti di Lecce


Nell’Ambito del “Programma Triennale per le Attività Culturali 2016-2018” della Regione Puglia.



Con il patrocinio di:




Media Partner



Pubblicazione realizzata a cura di:
Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo
Via Libertini 1- ex Conservatorio S. Anna, LECCE 73100 - ITALY
Phone +39.0832. 682552 Fax +39.0832.682553
info@agenziaeuromed.it - www.agenziaeuromed.it


Presidente
Sen. Prof.ssa Adriana Poli Bortone

Coordinatore Progetto
Dott. Mauro Martina

Responsabile scientifico
Prof. Ruggero Martines

Responsabile Comunicazione Istituzionale e Relazioni Esterne
Dott.ssa Emanuela Perrone

Responsabile Progettazione - Rapporti Internazionali e Fund Raising
Dott. Fabio Montefrancesco

Ringraziamenti

Un sincero, sentito e doveroso ringraziamento, per la grande fiducia e collaborazione offerta,
va all’Accademia di Belle Arti di Lecce nelle persone di:

Prof. Fernando De Filippi, Presidente dell’accademia di Belle Arti di Lecce

Prof. Claudio Delli Santi, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce

Prof. Cosimo Marullo, Coordinatore della Mostra

Prof. Angelo Maria Monaco, Curatore dell’allestimento della Mostra

Si ringraziano, inoltre, per il prezioso contributo le Cattedre di:

Pittura Biennio Specialistico, nella persona del Prof. Cosimo Marullo

Pittura, nella persona del Prof. Franco Contini

Scenografia, nella persona della Prof.ssa. Dora De Siati

Decorazione, nella persona del Prof. Giuseppe Lisi

Scultura, nella persona del Prof. Antonio Miglietta

Si ringraziano, inoltre, per la fiducia in fase di presentazione del progetto e per il patrocinio concesso all’iniziativa:Accademia di Belle Arti di Lecce, Comune di Lecce, Distretto Puglia Creativa, Fondazione Anna Lindh Italia Euromed, Fondazione Mediterraneo, ICM – Istituto di Culture Mediterranee, LAICA Salento Libera Associazione delle Imprese e delle Professioni del Salento, MUST -Museo Storico Città di Lecce, Provincia di Lecce, Teatro Pubblico Pugliese.

È doveroso, inoltre, esprimere un GRAZIE particolare agli artisti e a tutti coloro che hanno creduto nel progetto e hanno contribuito al successo di PugliArtists.


Non è possibile in questa sede nominarli tutti, ma è dovutauna generale menzione per la fiducia, il prezioso supporto e il concreto contributo.


PUGLIARTISTS


”PugliArtists – Ciclo di Mostre Internazionali di arte contemporanea” è un progetto cofinanziato dalla Regione Puglia, nell’ambito del Piano annuale delle attività culturali 2016-2018.

PugliArtists nasce dalle fondamenta di Adrion Art (Programma di Cooperazione Trasfrontaliera Grecia-Italia 2007-2013), un progetto sviluppato dall’ Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo sin dal 2011 e che ha rappresentato una esperienza nuova che, ad oggi, su scala Mediterranea, coinvolge oltre mille artisti. Continuando sul solco lasciato da Adrion Art, l’iniziativa, si propone di costituire un percorso creativo ed espositivo originale, che andrà dalla relazione con gli artisti e il loro contesto di vita, alla scelta e catalogazione delle loro opere, fino alle 3 mostre espositive all’ interno della magnifica cornice dell’ Ex Conservatorio Sant’ Anna, un incubatore che è esso stesso luogo di sperimentazione e creatività.

Con questo progetto, l’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo si propone di contribuire, sulla scorta delle esperienze maturate, a creare un’agorà, uno spazio di dialogo, un luogo di rapporti e scambi tra le esperienze più innovative e quelle che vivono nell’alveo della tradizione rinnovandola. E’ questa la missione di una arte giovane, che prescinde dall’anagrafe dell’autore, ma privilegia la freschezza delle idee. Obiettivo dell’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo è, inoltre, quello di avviare un percorso culturale che dia valore alla creatività differente, alla bellezza spesso nascosta, che non trova spazio nei consueti canali espositivi. All’interno dell’ Ex Conservatorio Sant’ Anna vogliamo contribuire a realizzare un nuovo concept di spazio espositivo “open” dove le mostre saranno il punto di partenza di un'idea nuova di arte che riconosce e cura se stessa attraverso la bellezza e l'armonia delle differenze.

Punto di partenza e fulcro del progetto è il database del progetto PugliArtists, accessibile gratuitamente dal sito www.agenziaeuromed.it. Agli interessati basterà compilare con i propri dati anagrafici e professionali , inviando una selezione dei lavori maggiormente rappresentativi per entrare a far parte della grande agorà virtuale di PugliArtists. Il database è lo strumento principe per identificare, selezionare e valorizzare artisti contemporanei, attivi e/o operanti nella regione mediterranea, in generale e in Puglia, in particolare, al fine di costituire una grande galleria d’arte, che sia, al tempo stesso una "mappa culturale" completa di tutte le arti per i territori di riferimento, e, insieme, collettore di esperienze artistiche diverse e molteplici, ma tutte accomunate dall’appartenenza alla cultura mediterranea.

Tutti gli artisti iscritti al database confluiranno in un catalogo on line, accessibile dal sito www.agenziaeuromed.it e concepito come una vera e propria galleria d’arte virtuale che sarà il serbatoio da cui la commissione di esperti del progetto, attingerà per scegliere i protagonisti delle Mostre Evento PugliArtists.

“SPERIMENTAZIONE E TRADIZIONE NELL’ARTE NEL MEDITERRANEO” sarà il fil rouge che legherà i vari eventi espositivi che avranno un respiro internazionale e cosmopolita. Le mostre si svolgeranno nei mesi di Dicembre 2016, Marzo e Giugno 2017 negli spazi espositivi dell’ Ex Conservatorio Sant’ Anna, a Lecce. Alle mostre saranno, inoltre, dedicati tre cataloghi ad hoc, consultabili anche on line, dal portale web del progetto e dalla sezione dedicata del sito dell’Agenzia Euromed.

Collateralmente e a complemento delle MostreEvento, l’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo organizzerà un ciclo di conferenze e/o tavoli tematici cui saranno invitati importanti e prestigiosi critici ed esperti d’arte ed esponenti del mondo culturale, letterario, istituzionale, politico per conoscere e creare momenti di riflessione e di dibattito sui multiformi linguaggi artistici del territorio e sull’importanza della valorizzazione e promozione del bene culturale che è al tempo stesso valore da tutelare e strumento da utilizzare per creare valore ed economia.

Questo, in breve, è il racconto di un progetto che nasce dall’ sforzo e dal lavoro di tante persone, che qui voglio ringraziare, tutte accomunate dall’amore per l’Arte e il Bello. Un progetto che racchiude nel suo stesso cuore la parola Arte e che accoglie in sé ogni espressione creativa che, pur nella diversità, parlando con linguaggio universale dell’arte ha il potere di toccare l’anima e suscitare emozione, meraviglia e incanto.

Adriana Poli Bortone
Presidente dell’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo


Il progetto PUGLIARTISTS si propone, ambiziosamente, di contribuire alla “continuità” della cultura visiva italiana, tra produzione artistica, pensiero critico e teorie estetiche.

Le mostre sono promosse dall’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo che fin dalla sua fondazione ha sempre rivolto la propria attività all’arte contemporanea ed alla critica d’arte. Si tratta di due anime distinte, due differenti modi di vivere la relazione con il tempo dell’arte contemporanea. Da un lato, i tempi del mondo interiore degli artisti: la loro vivacità espressiva, condivisa od autarchica e personalissima, imperturbabile di fronte all’avvicendarsi di avanguardie e correnti artistiche, o sensibili ai mutamenti di indirizzo. Dall’altro lato, i tempi del mondo esteriore, l’orizzonte mobile della storia. lo sguardo dell’artista che indaga le oscillazioni del gusto, le evoluzioni estetiche e comportamentali del presente che caratterizza ogni epoca.

Ci si attende, dall’iniziativa, una copiosa messe di opere. Molte di esse si auspica siano esposte per la prima volta: dipinti, disegni e opere grafiche, sculture, ma anche una selezione di ceramiche e gioielli, ed oggetti di artigianato artistico. Un inedito percorso attraverso i luoghi ed il tempo del Mediterraneo, dalle creazioni di giovani neofiti ed artisti alle consolidate produzioni di artisti dalla creatività giovane. Un milieu intrecciato attraverso due sezioni ideali complici e complementari, che diventano occasione per percorrere un percorso tra parola e immagine.

L’ambizione sottesa all’ideazione dell’iniziativa che si propone è, in sostanza, quella di costruire, a partire dalle pregresse esperienze dell’ Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, un “incubatore” d’arte contemporanea che sia espressione di un pensiero collettivo rivolto al Mediterraneo.
L’ipotesi che si propone vuole costituire il germe e la base di una esperienza che ambisce, in futuro, a diventare stabile e ricorrente nel tempo, una sorta di “biennale dell’arte mediterranea” quale luogo di scambio interculturale, nella convinzione che l’arte possa costituire materia di dialogo, più forte della parola, e che il colloquio sia veicolo di comprensione ed arricchimento.

La location, a Lecce nel cuore del Salento, marginale in Itala, ma città d’arte centrale nel Mediterraneo, favorisce aperture che non sono praticate e non trovano riscontro in altre iniziative italiane nell’ambito della promozione dell’arte contemporanea. Si tratta infatti di un progetto di alto valore culturale che trascende l’ambito locale e che coinvolge presenze di rilievo regionale, nazionale ed internazionale e che si propone come generatore di eventi di sensibilizzazione, di dibattito e diffusione di contenuti legati ai grandi temi della contemporaneità, dei diritti civili, dell'inclusione sociale, della pace, del dialogo tra i popoli e le culture.


Prof. Ruggero Martines
Responsabile Scientifico del progetto PugliArtists




Ogni volta che il lavoro degli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Lecce varca la soglia dell'Istituto per raggiungere il pubblico delle mostre o per entrare a far parte di progetti editoriali e museali, l'entusiasmo dei ragazzi fortifica l'impegno della ricerca e sostiene la professionalità dell'intera Istituzione.

I riconoscimenti, i premi, gli apprezzamenti raggiunti dai ragazzi sono l'esito di un esercizio continuo, quotidiano, rivolto ai linguaggi, alle tecniche e ai saperi culturali della contemporaneità. Un'accademia è prima di tutto un "luogo", una risposta decisa allo svuotamento di storia e identità dei "non-luoghi" del nostro tempo. In questo spazio si interroga l'immagine e la forna del pensiero, si plasma l'energia della creatività, si rende possibile l'invenzione e la creazione di progetti, visioni e storie.

Pochi luoghi hanno questo privilegio e questa responsabilità. E poche città godono della centralità e promiscuità culturale di Lecce, dove la bellezza è un'esigenza morale, una virtù da esercitare con grande dignità e orgoglio. Con questa mostra, l'Accademia di Lecce conferma la propria presenza sul territorio e la capacità degli studenti, italiani e stranieri, di costruire relazioni e generare valori estetici e sociali.


Claudio Delli Santi
Direttore Accademia di Belle Arti di Lecce


INTRODUZIONE CRITICA ALLA MOSTRA

Tradizione e tradimento. È questa la visione dell'arte, la sua etica inquieta, la sua attitudine al superamento e alla messa in crisi degli ordini. Il gesto creativo - ed il suo esercizio ripetuto, ricercato, rinnovato nel contesto della formazione accademica - implica sempre una relazione critica con la memoria: identità, territorio, forma, esperienza, non sono che declinazioni di questa convivenza con la storia di cui l'artista reca testimonianza, spesso in termini eversivi e radicali. Agire nel contesto mediterraneo, entro il territorio salentino conformato come un ponte gettato oltre la terraferma e proteso verso oriente, vuol dire interrogare costantemente la memoria occidentale, la grecità adriatica e jonica che, oggi, si trasforma in una appartenenza-limite, con i piedi sul confine continuamente ridiscusso dell'Europa, laddove migrare e sopravvivere sono termini inseparabili.

Quando si chiede ai “nostri” ragazzi di indagare la contemporaneità dell'orizzonte culturale e sociale di questa terra, tornano in mente le parole di Camus, dedicate al suo e nostro orizzonte: “Il Mediterraneo ha la propria tragicità solare che non è quella delle nebbie. Certe sere, sul mare, ai piedi delle montagne, cade la notte sulla curva perfetta d’una piccola baia e allora sale dalle acque silenziose un angosciante senso di pienezza. In questi luoghi si può capire come i Greci abbiano sempre parlato della disperazione solo attraverso la bellezza”. Ed è così, inevitabilmente esposti ad un destino, che siamo consegnati al linguaggio urlante delle arti, di cui siamo una voce, o un sussurro appena.

In un lavoro della giovane studente cinese Feng JingJing, una delle numerose presenze di origine asiatica all'interno dell'Accademia di Belle Arti di Lecce, vi è la traccia simbolica di una impossibile appartenenza alla terra da parte dell'uomo contemporaneo. Il grande uccello composto da una miriade di ritagli di carta - piegati con ossessiva serialità e ripetizione e disposti a simulare un volo ad ali spiegate - ci consegna la visione aerea della realtà, fluida, mutevole, come quella degli uccelli migratori che planano sui mari varcando confini inesistenti, che solo l'uomo ha voluto imporre alla forma del pianeta. E nella massa indiscriminata degli elementi che compongono la scultura, così come nella loro fragilità di carta bianca, vi è una massa umana, fatta di gesti, di emozioni e di lavoro: ognuno è il segno di una geometria maggiore, di una forma più complessa.

Similmente, Chen Zhiwei e Zhai Weiling compongono piccoli universi di luce, concepiti al limite dell'immateriale. Attraverso piani sovrapposti di sagome in carta, i due artisti manipolano le ombre ed i riflessi di figure fragili, stagliate sul fondo di foreste e spazi aperti, in cui tutto torna alla quiete armoniosa e meditata della natura, non appena l'opera si "accende". Ispirata da una profonda sensibilità per l'ambiente, l'opera recupera la lunga tradizione degli origami e delle ombre cinesi per raccontare la preziosità e fragilità delle cose naturali.

Gesso e bitume compongono invece “Migrazioni”, un trittico di Francesco Strabone di tono e lirismo opposti. Oscuro e profondissimo, il colore migra verso una tensione abissale mentre lo spazio del quadro diventa una zona indistinta, rammenta le terre emerse come per effetto di uno sguardo dall'alto, forse di dominio o di distacco. Ma il fondo non è quello del mare nostrum; esso è, al contrario, magmatico e oleoso, appartiene a un mare tragico, di morte, di perdita e grave silenzio.

“Il canto spezzato”, bozzetto scenografico del collettivo Maremoto (gruppo costituitosi attorno alla cattedra di scenografia della docente Dora De Siati) piega le sollecitazioni sin qui discusse verso la narrazione drammatica del viaggio di Dante, rievocando il Canto VII dell'Inferno in cui il poeta descrive l'azione del fato come quella rovinosa di acque in esondazione. “L’acqua era buia assai più che persa / e noi, in compagnia de l’onde bige, / intrammo giù per una via diversa”. La visione notturna trasforma l'orizzonte della navigazione nel disorientamento delle tenebre mentre anche le figure del mito s'inabissano come sirene dal canto muto, trascinate dalla violenza delle onde.

Con una performance dal titolo “Il pianto del tempo”, Giulia Piccinni raduna i tempi dell’origine e della provenienza mediterranea. Immagina di comporre e di fermare il canto entro alcune scatole nere dalle quali sale la voce rauca di un anziano incontrando quella chiara e vibrante della giovane performer. Entrambi attingono ad un repertorio di musica popolare consegnando al pubblico sia l'evocazione del passato che la materia vivente della scena artistica: un gesto duplice che ha il valore di una consegna e, ancora una volta, di una testimonianza da serbare.

A più riprese gli artisti sostano sull'osservazione incantata del proprio territorio. L'omaggio di Andrea Schifano agli ulivi secolari di Puglia – che così ammalianti ispiravano le parole di Brandi, di Pasolini o di Bodini – trasforma i corpi nervosi e le torsioni della pianta in una superficie pittorica di grandi asperità, dove gli ampi dettagli ritratti sulla tela alludono a forme granitiche rocciose, inorganiche e monumentali, accogliendo la vastità profonda di improvvisi varchi di luce, attraverso i quali osservare uno spazio ulteriore, aperto al di là della cavità oscura.

In altri casi i ragazzi rivolgono lo sguardo alla figura umana, cercando di cogliere caratteri, espressioni, volontà e disagi del soggetto contemporaneo. Il "Desiderio di Libertà" raccolto nel gesso dall'artista iraniana Marjan Asadi ha il vigore ancora ellenico di una nike antica, colta nello slancio verso lo spazio indiscriminato e ignoto del desiderio. Un busto mutilo, provato nell'espressione drammatica e sofferta eppure audace nella spinta che aspira al cielo e vince la staticità.

L’altro busto in esposizione, “A-Social” di Franco Chiarello, mostra invece lo scheletro di un corpo “non-finito”. L'anima in ferro della scultura allude alla struttura reticolare invisibile, ma sempre più pervasiva, dei social network. Una sorta di presenza sottocutanea, fatta di relazioni e scambi, grovigli e intrecci che si innervano e si innestano nella pelle del soggetto, agendo fino in profondità.

Anche per Francesco Paglialunga, l'indagine sulla libertà e l'introspezione rivolta agli stati emotivi del soggetto umano definiscono una soggettività stravolta e tormentata. Il corpo è sospeso nel vuoto, legato con le corde ad una poderosa struttura in ferro, articolandosi in una torsione di memoria baconiana; eppure il vigore muscolare sembra non tollerare oltre la tensione in atto, disfacendosi della sua stessa pelle, distesa come un drappo, alla maniera del san Bartolomeo di Michelangelo.

Il gruppo delle opere raccolte in mostra sembra offrire uno spaccato chiaro dei linguaggi ma anche delle tensioni e delle attese dei ragazzi. Il confronto con il proprio tempo e con lo spazio d'esistenza è spesso ostico, lucido, ma sempre onesto e coraggioso. In alcuni casi, tuttavia, la scelta dei giovani artisti salta la rappresentazione, aggira il reale per giungere ad una astrazione segnica e mentale composta per mezzo di tracce sintetiche o, talvolta, vere e proprie assenze.

Nel lavoro di Maria Cristina Frisullo, il segno esile dell'acquerello e quello del ricamo su carta definiscono una meditata ispezione dello spazio pittorico lungo le sue componenti primarie, verticali e orizzontali. Un'opera che recupera la tacita compostezza del segno, che trattiene la visione in una sintesi impalpabile, dove tuttavia v'è dentro il cosmo intero dei colori mediterranei: gli azzurri, i rossi crepuscolari, i chiaroscuri. Ma la carta è un piano effimero e, talvolta, la pressione di un segno cede a un foro, a una ferita.

Azzeramento ancora più deciso nel lìzhóu di Giulia Gazza, un ricamo bianco su bianco su una tela di cotone vergine, distesa come un antico rotolo per la scrittura ideogrammatica orientale. Nella sua ostensione vi è tutta l'esigenza di sacralità e misticismo così lontana dall'agire quotidiano dell'uomo occidentale, eppure così intima e vitale.

Vi è infine la seta di Sara Za, un mosaico di preziosi ricami disposti in una griglia di quattro moduli per quattro. E' forse la sintesi più delicata e solenne di questo “viaggio”, un luogo fatto di ordine e caos, dove la componente naturale della seta e quella figurale dei fiori dipinti s'intrecciano nella composizione musiva, tra continuità e frattura, tra omogeneità e differenze. Ed è anche l’immagine di quel sistema complesso che la fisica moderna definisce “multiverso” raccontando della presenza di universi coesistenti fuori del nostro spaziotempo. Ma proprio da qui, da questo ponte lanciato oltre il mare del sud, si vede bene la forma sempre mutevole e aperta di un mondo in costruzione.


Roberto Lacarbonara
Accademia di Belle Arti di Lecce