10-11 luglio 2025 | Ex Convento degli Agostiniani, Lecce |ore 19:00
La Fondazione Treccani Incontra le Voci, le Memorie e le Visioni di “Armonie del Mediterraneo”
Due giorni per ascoltare, ricordare, immaginare. Il 10 e l’11 luglio 2025, la Fondazione Treccani Cultura accende una luce tra i suggestivi spazi dell’Ex Convento degli Agostiniani: è il Festival del Mediterraneo, un viaggio poetico e musicale nel cuore di un mare che è, da sempre, soglia e ventre, confine e abbraccio, separazione e ponte. Non un semplice festival, ma un incontro autentico di voci, lingue e storie. Un dialogo vivo tra memorie che resistono e visioni che attraversano il presente.
Il Festival del Mediterraneo rappresenta una delle tappe più significative di Armonie del Mediterraneo, la rassegna estiva promossa dal Comune di Lecce con il supporto scientifico e organizzativo dell’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo e con il contributo di TAP – Trans Adriatic Pipeline, Lead Supporter dell’iniziativa.
Dal 4 al 20 luglio prossimi, Lecce diventa il Mediterraneo, trasformandosi in un crocevia di arti, saperi e umanità, riaffermando la sua vocazione mediterranea come luogo di incontro, ascolto e coesistenza. L’iniziativa si inserisce nel programma ufficiale degli eventi estivi promossi dal Comune di Lecce per l’estate 2025, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico del territorio attraverso proposte di alto profilo accessibili al pubblico più ampio, nel segno della condivisione del sapere e del dialogo tra le culture.
In questo contesto, la Fondazione Treccani Cultura propone due serate dense, pensate come un unico respiro. Parole che diventano passaggi, suoni che si fanno radice e vela. Una riflessione collettiva e intima su quello che siamo, su ciò che possiamo ancora custodire, salvare, immaginare.
La due-giorni del Festival del Mediterraneo si apre alle ore 19.00 di giovedì 10 luglio, tra le mura cariche di storia dell’Ex Convento degli Agostiniani. È qui che prende forma il primo atto di un viaggio condiviso tra parole, suoni e visioni del Mediterraneo. Ad accogliere il pubblico non è una cerimonia, ma un gesto d’intesa: le voci di Adriana Poli Bortone - Sindaco di Lecce - e Massimo Bray - Direttore Generale dell'Istituto della Enciclopedia Giovanni Treccani - daranno il via a questa esperienza collettiva, non come semplici figure istituzionali, ma come custodi di un progetto che ha il sapore della memoria e la forza del futuro. Il loro intervento non è un prologo, ma una rotta che si apre.
Subito dopo, alle ore 19,30 il chiostro si fa spazio d’ascolto: La poesia come strumento per narrare il Mediterraneo, un dialogo tra il poeta albanese Gëzim Hajdari e la scrittrice e saggista Angela Bubba per esplorare il Mediterraneo come spazio di memorie, conflitti, migrazioni e resistenze. Attraverso la parola poetica, il mare nostrum si rivela non solo come luogo geografico, ma come orizzonte culturale e umano, dove le lingue si mescolano e le identità si ridefiniscono. Un’occasione per riflettere sul potere della poesia di custodire storie, ferite e visioni future.
Alle 21:00, le parole lasceranno spazio alle note: Stefano Saletti, Fabia Salvucci e Giovanni Lo Cascio daranno vita a un concerto che è un omaggio musicale all’antica lingua del Sabir, che un tempo serviva da ponte tra popoli diversi: pescatori, mercanti, viaggiatori, soldati, amanti. Un’esplorazione sonora tra passato e presente, dove le melodie si intrecciano alle radici profonde della nostra identità mediterranea.
La seconda serata, venerdì 11 luglio, si apre, alle ore 19:00 con altre onde, altre rotte, altri suoni. “Cosa significa essere un poeta del Mediterraneo orientale: retorica dell’inno universale” - “Conversazione con il poeta Nouri Al-Jarrah su poesia, esilio e tragedia umana”, è il titolo dell’incontro che vede protagonista Nouri Al-Jarrah, poeta siriano dell’esilio, la cui parola poetica diventa strumento di memoria e testimonianza, capace di restituire voce a chi l’ha perduta, attraversando dolore, esilio e speranza. Con lui, Monica Ruocco – studiosa e interprete sensibile – lo accompagna in un dialogo che non spiega, ma apre varchi: sulla guerra, sulla fuga, sulla possibilità di resistere. La traduzione è affidata a Fatima Sai, che restituisce il suono e il senso di una lingua che si fa ponte. Insieme, costruiscono un momento di incontro profondo, in cui la poesia si fa testimonianza.
A seguire, Teresa De Sio porta sul palco reading accompagnato da musica, con l’esecuzione di tre brani, essenziale e potente. Con lei, la chitarra di Sasà Flauto. Una narrazione fatta di suoni e parole che racconta il Mediterraneo con un linguaggio che unisce tradizione e attualità: storie di donne, migrazioni, amori e rivolte. La sua è una voce che unisce il canto e il racconto, e che restituisce la musica popolare alla sua funzione originaria: condividere memoria, creare legami, chiamare all’ascolto.
Il Festival del Mediterraneo, promosso dalla Fondazione Treccani Cultura nell’ambito di Armonie del Mediterraneo, si conferma come un appuntamento culturale di alto profilo, capace di restituire centralità alla parola poetica, al pensiero critico e alla musica come strumenti di dialogo tra le sponde del Mare Nostrum.
Questa due-giorni rappresenta non solo un momento di confronto tra esperienze artistiche e culturali, ma anche la costruzione di una vera e propria comunità di visione e di intento, fondata sulla valorizzazione del patrimonio immateriale e sulla promozione di un Mediterraneo inteso come spazio di relazione, ascolto e cooperazione.
Lecce, con la bellezza del suo patrimonio e la forza delle sue istituzioni culturali, si è dimostrata ancora una volta luogo fertile per accogliere riflessioni condivise, stimolare nuovi orizzonti di senso e rafforzare legami tra culture diverse. Un impegno che la Fondazione Treccani Cultura, il Comune di Lecce e l’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo intendono proseguire, nella convinzione che la cultura sia una risorsa strategica per costruire un futuro più aperto, consapevole e solidale.